Calendario dell'Avvento

3 dicembre – le ciaramelle

“Udii tra il sonno le ciaramelle”

Un ricordo d’infanzia: “Le ciaramelle” di G. Pascoli. Quando ero piccola mio padre mi recitava spesso questa poesia, ma io la chiamavo “le caramelle”, e credevo fosse una filastrocca… Non è forse tra le poesie più conosciute di Pascoli, ma le sono affezionata: cercavo di immaginare cosa fossero ‘ste ciaramelle, forse uno strano strumento con sonaglini fatti di dolciumi. E invece no! La ciaramella, o pipìta, è uno strumento a fiato della famiglia degli oboi, simile ad un piffero. Diffusa per lo più in sud-Italia, spesso accompagna gli zampognari durante la novena di Natale, quando scendono in strada per suonare musiche tradizionali natalizie. Il suo suono dona allegria, ricorda un po’ gli strumenti mediorientali.

Eccola qui:

Ciaramella
Ciaramella

Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne,
ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.

Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne’ suoi tuguri
tutta la buona povera gente.

Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
accende il lume sotto la trave:
sanno quei lumi d’ombra e sbadiglio,
di cauti passi, di voce grave.

Le pie lucerne brillano intorno,
là nella casa, qua su la siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
un piccoletto grande presepe.

Nel cielo azzurro tutte le stelle
paion restare come in attesa;
ed ecco alzare le ciaramelle
il loro dolce suono di chiesa;

suono di chiesa, suono di chiostro,
suono di casa, suono di culla,
suono di mamma, suono del nostro
dolce e passato pianger di nulla.

O ciaramelle degli anni primi,
d’avanti il giorno, d’avanti il vero,
or che le stelle son là sublimi,
conscie del nostro breve mistero;

che non ancora si pensa al pane,
che non ancora s’accende il fuoco;
prima del grido delle campane
fateci dunque piangere un poco.

Non più di nulla, sì di qualcosa,
di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
quel pianto grande che poi riposa,
quel gran dolore che poi non duole:

sopra le nuove pene sue vere
vuol quei singulti senza ragione:
sul suo martòro, sul suo piacere,
vuol quelle antiche lagrime buone!

Per Pascoli è un ritorno all’infanzia, al ricordo degli zampognari, ad una nuova visione e comprensione del Natale.

Conoscete altre poesie dedicate al Natale o alla sua attesa?

Commentate qui sotto!

 

Citazione del giorno

“La musica è la lingua dello spirito. La sua segreta corrente vibra tra il cuore di colui che canta e l’anima di colui che ascolta.”

– Khalil Gibran –

 

Musica alternativa del giorno

Billy Corgan, con la sua voce unica, riesce a dare un tocco in più anche alle canzoni natalizie!

 

 

Fonti: wikipedia

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